15 Set 2018

 

FIRENZE, 12 settembre 2018 – «La tenuta complessiva dell’export c’è, ma siamo al di sotto sia della media nazionale, sia delle principali regioni di benchmark. La farmaceutica, i metalli preziosi e la pelletteria rappresentano i motori delle vendite all’estero, senza i quali il dato del manifatturiero passerebbe in terreno negativo – commenta il Presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo.

Il rallentamento generale del commercio mondiale, l’instabilità del prezzo delle materie prime e una probabile escalation delle politiche protezionistiche preoccupano la Toscana manifatturiera ed esportatrice; nel Paese la fiducia degli imprenditori è in calo e potrebbe frenare gli investimenti che, anche nella nostra regione, sono ripartiti.

Se vogliamo recuperare i livelli pre-crisi su occupazione e reddito pro-capite – aggiunge Ranaldo –  occorre un impegno della politica e delle istituzioni su più fronti: Industria 4.0, finanza europea e internazionalizzazione. Serve continuità su superammortamenti e iperammortamenti, “nuova Sabatini” e crediti d’imposta per R&S, strumenti già previsti dal Piano Impresa 4.0. Serve un presidio attento sulla prossima partita dei fondi europei, che per la Toscana vale 2,5 miliardi in 7 anni e significa più infrastrutture, sostegno all’occupazione e maggiori interventi per la reindustrializzazione delle aree di crisi; occorrono nuovi investimenti pubblici e una riduzione degli oneri a carico delle imprese negli strumenti a sostegno dei percorsi di internazionalizzazione.

In sintesi, adesso è il tempo che i temi dell’economia e dell’impresa tornino al centro dell’agenda politica nazionale e regionale»

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