21 Mar 2020

In questa fase così delicata e in cui dilaga l’emergenza sanitaria, si sono gravemente compromesse le prospettive economiche e industriali italiane ed europee. La capacità di resilienza delle nostre imprese è messa a dura prova. Dall’industria dipendono direttamente o indirettamente un terzo circa di tutti gli occupati nel nostro Paese. La tenuta del tessuto produttivo è cruciale.

E’ urgente creare una diga solida e governare la transizione economica per difendere la nostra economia europea e italiana, attivando un ingente flusso di liquidità attraverso garanzie e finanziamenti agevolati che consentano di diluire nel lungo termine l’impatto della crisi senza appesantire eccessivamente i debiti pubblici nazionali.

In Europa in questi giorni sono state assunte decisioni importanti e incoraggianti che vanno però accompagnate con l’introduzione di titoli di debito europei.

In Italia, con il decreto legge Cura Italia sono state adottate prime misure specifiche per il rafforzamento del sistema che vanno però completate e rafforzate.

Confindustria riconosce lo sforzo compiuto dal Governo ma allo stesso tempo ritiene cruciale che si definisca fin d’ora il quadro delle prossime azioni. 

Tra le proposte:

  1. un piano anticiclico straordinario finanziato con eurobond;
  2. la sospensione immediata per tutte le imprese, a prescindere dalle soglie di fatturato, dei versamenti fiscali e contributivi;
  3. il pagamento diretto da parte dell’Inps delle integrazioni salariali;
  4. il rafforzamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie aziende;
  5. le misure straordinarie per la liquidità delle imprese, anche medie e grandi, attivando risorse Cdp, Bei e Fei; 
  6. la possibilità di un ingresso temporaneo dello Stato nel capitale delle aziende strategiche; 
  7. l’alleggerimento dei requisiti prudenziali sui nuovi finanziamenti bancari; 
  8. il potenziamento del Temporary framework sugli aiuti di Stato approvato dalla Commissione Europea; 
  9. la semplificazione del riconoscimento Covid_19 quale causa di forza maggiore ai fini del’esecuzione dei contratti;
  10. rilanciare gli investimenti pubblici; 
  11. la costituzione di un Comitato nazionale per la tutela del lavoro che intervenga con immediatezza individuando azioni e risorse necessarie. 
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