11 Gen 2021

   FATTURATO IN CALO PER 7 IMPRESE SU 10

In Toscana il 71,2% delle imprese dichiara una riduzione del fatturato nei mesi giugno-ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (il dato nazionale si ferma al 68,4%).

Nel 47,7% dei casi il fatturato si è ridotto tra il 10% e il 50% , nel 15,4% si è più che dimezzato e nell’8% è diminuito meno del 10%.
Per il periodo dicembre 2020 – febbraio 2021, il 61% delle imprese prevede una contrazione del fatturato rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Nel 39% dei casi, il calo è previsto tra il 10 e il 50%, nel 17% di oltre il 50% e nel 5% di meno del 10%.

Questo ha delle conseguenze anche sulla propensione ad investire: 1 impresa su 4, in Toscana, ha dichiarato di aver ridotto la spesa per investimenti tra luglio e dicembre di oltre il 20%   rispetto allo stesso periodo 2019, di contro soltanto il 6% ha dichiarato di aver investito di più.

 

CIG: LA MISURA PIÙ UTILIZZATA DALLE IMPRESE

 

E’ ancora la CIG la misura più utilizzata dalle imprese per fronteggiare gli effetti dell’epidemia Covid-19 (46,2%delle unità in Toscana). Si tratta di un dato in contenimento rispetto allo scorso maggio, ma la Toscana continua ad essere nelle prime posizioni per ricorso a questo ammortizzatore sociale (secondo posto dopo l’Umbria).

Le altre misure di gestione del personale sono molto meno diffuse. La rimodulazione dei giorni di lavoro, la formazione aggiuntiva dei lavoratori e il rinvio delle assunzioni riguardano una quota di imprese compresa tra circa il 10 e il 16%.
Infine, alle modalità di lavoro a distanza (smart working e telelavoro) ha fatto ricorso l’11,3% delle imprese , una quota inferiore rispetto ai primi mesi della crisi sanitaria, inferiore rispetto a Lombardia e Piemonte, ma superiore nel confronto con Emilia Romagna e Veneto.

DEBITO BANCARIO: STRUMENTO PIÙ DIFFUSO PER PROBLEMA DI LIQUIDITÀ

Tra giugno 2020 e il momento della rilevazione, il 42,5% delle imprese ha scelto l’accensione di nuovo debito bancario, anche tramite le misure di sostegno introdotte dai decreti in materia . Si tratta di un dato superiore alla media nazionale (35,4%) e a tutte le regioni italiane, anche se in leggero calo rispetto alla prima fase dell’emergenza (49% delle imprese).

Aumenta la platea di imprese in grado di far fronte all’emergenza con le proprie risorse (il 26,3% era il 19,4% a maggio 2020) ma nonostante il miglioramento degli ultimi mesi, la Toscana resta al di sotto della media nazionale (28,9%) e di regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

A partire dal giugno 2020, in Toscana il 44% delle imprese con tre addetti e oltre ha fatto richiesta di prestiti con garanzia pubblica quali il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI o le garanzie SACE per le grandi imprese.
La Toscana è indubbiamente tra le regioni più coinvolte (il dato nazionale si ferma al 38%).
Alla base della richiesta di sussidio vi è quasi sempre il finanziamento dell’attività corrente dell’impresa, al quale è assegnata importanza elevata dall’87,7% dei rispondenti.

FORTE ESPANSIONE DELLA CONNETTIVITÀ A BANDA ULTRA-LARGA

Con il COVID la diffusione di tecnologia tra le imprese ha avuto un forte impulso in Italia ed anche in Toscana.

La connettività a banda ultra-larga, già ampiamente diffusa in periodo pre-Covid (il 48% delle imprese utilizzava connessioni via fibra, il 43% via rete mobile) ha visto un incremento sia di qualità che di disponibilità di 14 punti percentuali per entrambe le modalità di connessione. Questo ha permesso l’ampliamento di servizi di comunicazione digitale con il pubblico, in primo luogo con la potenziale clientela.

I siti web aziendali, considerati già adeguati prima dell’emergenza dal 42% delle imprese, sono stati introdotti o migliorati da un ulteriore 13% di  imprese. Resta tuttavia ancora alta l’incidenza di imprese che ancora non pensano di utilizzare questo strumento.

UN TERZO DELLE IMPRESE CON SERI PROBLEMI OPERATIVI

L’84% delle unità produttive con almeno tre addetti segnala almeno un elemento che condizionerà in maniera negativa la propria attività nel corso del 2021.

In questo contesto, quasi un terzo delle imprese (il 31%) dichiara che dovrà far fronte a seri rischi operativi : per molti si ridurrà la domanda sia nazionale (per il 44% delle imprese) che estera (23%).

La mancanza di liquidità, segnalata nella prima rilevazione sul tema come una criticità rilevante dal 56% delle imprese, coinvolge ora in Toscana il 34,4% di esse, uno tra i dati più alti nel panorama nazionale.

STRATEGIE DI REAZIONE

Le conseguenze della pandemia sull’attività delle imprese sono state profonde e hanno influenzato in modo trasversale tutto il sistema produttivo.

Le imprese toscane che dichiarano di aver pianificato qualche forma di reazione sono il 54% del totale: il 13% ha scelto di riorganizzare i processi e gli spazi di lavoro commerciali, altre realtà hanno individuato nuove linee di prodotto o nuovi processi produttivi pur restando nell’ambito della propria attività economica.

 

Tra le strategie possibili solo il 6%delle imprese in Toscana ha provveduto ad accelerare il processo di transizione digitale . Si tratta di uno dei risultati più bassi del panorama.

 

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