14 Giu 2021

Dopo un 2020 caratterizzato da generalizzate e pesanti flessioni dell’export manifatturiero toscano (-6,3% che scende al -14,4% se depuriamo il dato dai metalli preziosi), i primi mesi del 2021 sembrano restituire una boccata di ossigeno. Il dato del primo trimestre si attesta a +11,5% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno quando già si intravedevano i primi effetti della pandemia sull’economia. Se depuriamo il dato dai metalli preziosi, la crescita delle vendite all’estero sale al 15% tornando sui valori del 2019.

Quello della manifattura toscana nei primi tre mesi dell’anno rappresenta il miglior risultato tra le regioni con cui siamo soliti confrontarci.
Il recupero delle vendite all’estero risulta generalizzato in tutte le aree analizzate ma l’entità della crescita è diversa.
Cresce del 6,5% il Piemonte, del 5,6% l’Emilia Romagna e del 5% il Veneto; più contenuto il dato della Lombardia (+3,9%) che si avvicina alla media nazionale.

 

Continuano ad aumentare i settori caratterizzati dal segno “+”. Oltre alla farmaceutica, risultano in crescita le vendite all’estero della chimica, della gomma e plastica, della meccanica, del legno e mobili, dei mezzi di trasporto e del sistema moda che segna risultati positivi sia per il tessile e abbigliamento che per la pelletteria.
Si caratterizzano invece con il segno “-” la carta, il lapideo e i metalli che, dopo diversi trimestri di crescita sostenuta grazie soprattutto ai metalli preziosi, adesso si fermano al -5,1%. Torna a flettere anche il comparto alimentare nel quale, in particolare, pesa la contrazione bevande(-9,5%).

L’export ha ripreso a crescere su tutti i mercati. Molto positivi i dati per l’Asia che recupera sia nel Medio Oriente che nei paesi centro orientali. Positive anche le vendite in America che complessivamente inizia il 2021 a + 22% grazie al contribuito di tutti i paesi, settentrionali (+23,5%) e meridionali (+13,5%).
In recupero l’Africa settentrionale mentre resta fermo il mercato dell’Unione Europea dove le vendite rispecchiano l’incertezza del periodo. Migliori i dati dei paesi europei non UE tra i quali in particolare spicca il dato della Svizzera con un più 17% trainato dal comparto moda.

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