- BY spucci
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OCCUPATI
I dati sul mercato del lavoro nel terzo trimestre 2023 recentemente resi pubblici dall’Istat dipingono per la Toscana un quadro in frenata dopo un primo quarto dell‘anno positivo e un secondo trimestre stazionario. Nella regione il dato assoluto si riduce di circa 10 mila unità e si attesta complessivamente intorno al milione e seicentocinquanta mila occupati.
In termini relativi, a fronte di una perdita dello 0,6% per la Toscana (il dato cumulato dall’inizio dell’anno resta tuttavia positivo, 0,6%), il Veneto sale al +3,1% (+3,9% dall’inizio dell’anno) e la Lombardia raggiunge il +2,2% allineandosi alla media nazionale (+2,1%). In rallentamento il Piemonte e l’Emilia Romagna che si stabilizzano intorno allo 0% nel trimestre e al +1% nei primi nove mesi dell’anno.
TASSO DI OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE
Il tasso di occupazione migliora rispetto alla media dei primi due trimestre e resta sostanzialmente in linea con il dato del terzo trimestre dello scorso anno; seppur per poco, la Toscana supera tutte le regioni di benchmark.
Si abbassa il tasso di disoccupazione toscano che nel periodo in esame scende di quasi un punto percentuale rispetto al secondo trimestre dell’anno e risulta migliore di quello emiliano e piemontese.
Quanto detto trova conferma con il dato della partecipazione al mercato del lavoro misurata con il tasso di attività che, infatti, in Toscana, è in leggero rallentamento rispetto al 2022. Questo potrebbe trovare spiegazione in un possibile effetto scoraggiamento tra la popolazione.
I SETTORI
A livello settoriale, il generale rallentamento rilevato a cavallo dell’estate trova riscontro nelle flessioni dell’industria e delle costruzioni che frenano rispettivamente del 14% e del 9%.
L’agricoltura, pur incidendo per solo il 3% sul sistema regionale, continua a incrementare il suo peso così come il commercio (+7,5%) e gli altri servizi (+3%).
In linea con quanto rilevato nel secondo trimestre, l’industria toscana continua a rallentare significativamente attestandosi al -14% che, in valore assoluto, significa circa 50 mila occupati in meno.
Si tratta di una dato peggiore rispetto a quello delle regioni di benchmark che tuttavia, anche in Lombardia ed Emilia Romagna, si colloca in terreno negativo.