- BY alessandragallo
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Oggi si chiamano “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (Ptco) negli Istituti tecnici e professionali, ma parliamo sempre dell’alternanza scuola-lavoro che da ieri può contare su uno strumento in più per avvicinare i giovani alle imprese.
E’ il protocollo d’intesa siglato da Regione Toscana, Ufficio scolastico regionale, Unioncamere, Federmeccanica e Confindustria Toscana in occasione della fiera Didacta Italia, aperta ieri a Firenze, con l’obiettivo di rafforzare i percorsi per le competenze trasversali degli studenti attraverso lo svolgimento di 200 ore aggiuntive di Pcto al minimo stabilito dalla legge nazionale.
631.000 euro la dotazione messa a disposizione dalla Regione Toscana che fa da apripista, nel panorama delle regioni italiane, offrendo sostegno finanziario ai suoi circa 400 istituti tecnici e professionali, per svolgere 200 ore di alternanza aggiuntive rispetto al minimo stabilito dalla normativa nazionale.
«Abbiamo sempre pensato che la riduzione di ore e fondi all’alternanza scuola-lavoro proclamata dal precedente Governo sia stato un errore che danneggia soprattutto gli studenti – ha spiegato l’assessore Grieco. Con i fondi in più che mettiamo a disposizione, vogliamo evitare passi indietro perché crediamo che la formazione on the job vera e strutturata con le imprese rappresenti un’opportunità per i nostri giovani».
L’intesa siglata oggi a Firenze segna una inversione di rotta, riconoscendo espressamente «l’apprendimento nei luoghi di lavoro» come «elemento irrinunciabile del percorso curriculare».
«L’accordo con la Regione Toscana – ha commentato il Vice Presidente Visentin di Federmeccanica – rappresenta una svolta epocale: riconosce e rafforza il legame tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro in un contesto in cui l’impresa è ancora fortemente legata a stereotipi e vecchi retaggi culturali. Bisogna avvicinare i giovani alle nostre imprese, facendoli entrare nelle nostre realtà: belle, moderne e innovative.
«Questo accordo ha grande valore – ha spiegato Fabrizio Monsani per Confindustria Toscana – non solo per noi ma per il Paese, per i giovani e sicuramente per le industrie. Il Paese non ha le risorse sufficienti per sviluppare i piani di Industria 4.0 e comunque della modernizzazione, della digitalizzazione, quindi questo è un punto di partenza».