- BY alessandragallo
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L’oggetto dell’analisi è lo stato di salute di 156 mila società italiane che, impiegando tra 10 e 249 addetti, rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa e costituiscono l’ossatura della nostra economia. Con più di 93 mila società (53 mila nel Nord-Ovest e 40 mila nel Nord-Est), il Nord è l’area con la maggiore concentrazione di PMI, comunque molto presenti anche nel Centro Italia (32 mila) e nel Mezzogiorno (31 mila). Questo aggregato produce un valore aggiunto pari a 224 miliardi di euro: il 39% è prodotto da PMI localizzate nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, il 18% del Centro e il restante 15% del Mezzogiorno.
Il Rapporto conferma come la lenta ripresa delle PMI italiane avesse esaurito la spinta già prima dell’epidemia. Nel 2019 la natalità è tornata a calare, il numero di PMI fallite è risultato di nuovo in aumento e i tassi di crescita dei ricavi si sono più che dimezzati. Su queste tendenze si è innestata l’emergenza sanitaria da Covid-19, che avrà un impatto senza precedenti sui conti delle PMI, sulla liquidità e sul grado di rischio economico-finanziario. Sarà indispensabile, da un lato, garantire risorse finanziarie alle imprese per superare il 2020; dall’altro, agganciare una ripresa solida, che consenta alle PMI di ripagare i debiti accumulati e ripartire di slancio. Per questo è necessario sostenere i processi di investimento, di riorganizzazione produttiva e occupazionale, soprattutto per quanto riguarda le PMI, che sono più esposte al rischio di chiusura e quindi alle perdite occupazionali indotte dagli effetti del Covid-19, in particolare nel Mezzogiorno.
In allegato il comunicato stampa integrale con i grafici.
A questo link è possibile visionare il rapporto integrale: https://bit.ly/2ONM8Ja