- BY spucci
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I dati sul mercato del lavoro recentemente resi pubblici dall’Istat e relativi al quarto trimestre del 2020, continuano a rilevare importanti criticità legate all’emergenza sanitaria del Covid-19.
Il numero di occupati nell’ultimo quarto dell’anno è sceso di circa 20 mila unità rispetto al corrispondente periodo del 2019 e di 5 mila unità rispetto al terzo trimestre dell’anno.
In termini relativi si parla di una contrazione dell’1,3%, dato in linea con quanto rilevato nella media dell’anno.
In generale la flessione ha riguardato soprattutto i dipendenti con contratto a termine. Nel 2020 gli occupati a tempo determinato sono diminuiti del 18%, con un picco del 20% nel caso di occupazione femminile. In leggero aumento invece i contratti a tempo indeterminato.
Complessivamente quello toscano è un risultato migliore della media nazionale (-2%) e delle principali regioni di benchmark che oscillano tra il -1,7% della Lombardia e il -2,8% del Piemonte.
Il tasso di occupazione trimestrale in Toscana nel quarto trimestre è in calo sia rispetto ai mesi luglio – settembre che nel confronto con l’ultima parte del 2019. In termini di media annuale, il dato toscano 2020 è il peggiore degli ultimi due anni, mentre, nel confronto regionale, il Veneto e il Piemonte risultano registrare contrazioni ancora più marcate.
Passando al tasso di disoccupazione, il dato toscano in chiusura anno sale al 7,4% ma gli effetti della pandemia ancora non sembrano aver impattato nella media d’anno tanto che, con il 6,6%, l’indicatore è ancora nella fase discendente iniziata nel 2014.
I più penalizzati risultano ancora una volta i giovani ed in particolare le giovani donne per le quali infatti l’indicatore della disoccupazione 2020 sale al 29% tornando sui livelli del 2011.
Questo provoca un inevitabile effetto scoraggiamento che aumenta di nuovo l’incidenza dei NEET in particolare per le fasce di età più giovani (circa il 20% della popolazione nella fascia 18-29 anni).
A livello settoriale il quarto trimestre 2020 si chiude con una sensibile riduzione dei livelli occupazionali nelle costruzioni e soprattutto nel commercio. Questo tuttavia non incide particolarmente sul dato medio annuale che infatti vede le costruzioni crescere in termini occupazionali del 6% mentre l’industria arretra dell’1% rispetto al 2019.
Il comparto più danneggiato in questa fase è indubbiamente quello del commercio, degli alberghi e della ristorazione che infatti perde oltre 17 mila occupati, cioè il 4,8% del totale.